Devo cominciare questa recensione facendo le mie scuse alla band per il tempo che ho impiegato a realizzare questo scritto ma, devo ammettere, che non mi capitava l’ascolto un album così “complicato” da un po’ di tempo. La sorpresa è sicuramente tanta nel sentire questo disco d’esordio che, mi verrebbe da dire che questo lavoro può soddisfare in una volta tutti i gusti di un pubblico rock. Decisamente si sentono le influenze psichedeliche del rock inglese degli anni ’60/70 ma, non mancano riferimenti al prog , al post rock ed al rock italiano dei primi anni novanta. Mi vengono in mente i Radiohead, i Timoria (soprattutto nell’utilizzo delle doppie voci), c’è qualcosa anche di folk che ricorda vagamente i Modena City Ramblers (forse per la provenienza emiliana della band) .
Insomma, i Violassenzio danno una grande prova di saper utilizzare la band come una vera e propria orchestra, utilizzando sapientemente e in modo mai banale tutti gli strumenti. Questo album rappresenta, anche nelle liriche , la storia di una band che non vuole stare più sotto controllo (“Quando mi va”), facendo della propria musica una vera e propria bandiera.
É sicuramente una cosa comune, ormai, della scena musicale indipendente italiana, affiancarsi e tornare a quello che è stato il grande rock italiano dei primi anni novanta. Ne abbiamo la prova nelle recenti reunion di grandi gruppi come i Massimo Volume e i Verdena…. segno che tutto ritorna? Sì, ma nel caso di questa band, ritorna donandoci nuovo ossigeno. Ascoltando Andrà tutto bene, infatti, si è pervasi da mille diverse sensazioni: dalla malinconia di “Senza Senso”, all’allegria rock di “La Risposta di Rivana”.
Decisamente un album da ascoltare senza fretta, magari proprio sotto queste feste!
(Stakanovista Rock)