Quando dicevo ai miei amici che sarei andata ad assistere al concerto dei Boyce Avenue a Milano la risposta era sempre la solita: “Chi sono, scusa?”
Tre fratelli che vengono dalla Florida e che spopolano da anni su Youtube (non lasciateveli sfuggire, cogliete l’occasione e perdetevi nel loro canale come hanno fatto milioni di persone in tutto il mondo: Con le loro cover acustiche di canzoni famosissime a livello internazionale che sono riusciti a conquistare milioni di sostenitori sparsi per tutto il globo.
Dopo numerosissime tappe sold out in tutta Europa, finalmente è la volta di Milano. L’11 novembre alla Salumeria della Musica i Boyce Avenue si sono esibiti per i loro fans italiani che, seppur pochi, hanno fatto sentire il loro calore senza risparmiarsi nemmeno durante l’apertura del concerto, affidata ad un incredibile Ryan Cabrera (vi consiglio caldamente di non perdervi nemmeno lui.
Due ore di concerto che sono volate via come fossero cinque minuti e la voglia di continuare a cantare che è arrivata a livelli stratosferici quando ci si è accorti che non stavano bluffando e che non sarebbero tornati sul palco. Chiudendo gli occhi si aveva quasi l’impressione di stare in giro da qualche parte con l’ipod nelle orecchie ad ascoltare la versione del cd tanto sono stati straordinari.
Alejandro, fratello minore e cantante del gruppo è riuscito a coinvolgere il pubblico, introducendo le canzoni spiegando il perché della loro creazione, facendo commuovere in più di un caso.
Come rimanere impassibili davanti alla spiegazione data da Daniel (il fratello maggiore) circa la genesi della bellissima e toccante “Briane”, nata dopo il suicidio della moglie di un suo amico, nel tentativo di lenire il dolore provocato dalla sua assenza. Oppure la spiegazione di “Broken Angel” (la preferita di Fabian, che non la suona e può godersi le reazioni del pubblico da dietro le quinte), nata per un’amica di Alejandro che ha avuto problemi con il padre durante la sua infanzia e adesso sta aiutando altre ragazze nelle sue condizioni, dopo essere riuscita a trovare la forza necessaria per andare avanti e lasciarsi un fardello dietro.
Oltre alle canzoni del loro album All we have left (date un ascolto a “On my way”, la canzone che mi ha colpito di più dopo aver ascoltato la sua storia: la prima canzone che ha scritto Alejandro in vita sua, qualcosa che più sdolcinato non si può, ma così tenera e romantica che è impossibile rimanere impassibili… se non conoscete benissimo l’inglese cercate la traduzione: merita, decisamente) il trio si è esibito con alcune delle loro cover più riuscite come “Dynamite”, “Lovestoned” e “Disturbia”, lasciando comunque fuori alcune delle più belle, ma avendo fatto innumerevoli cover sarebbe stato impossibile accontentare tutti. La sottoscritta è stata ampiamente accontentata con l’impagabile performance della loro versione di “Teenage Dream”, nata “in risposta”, per così dire, alla versione femminile di Katy Perry, che riesce ad emozionare anche se non fatta al pianoforte (come nel video su Youtube), unico strumento assente sul palco.
La loro bravura è indiscussa, la capacità di stare sul palco e gestire il pubblico altrettanto (nonostante noi fossimo pochi sono abituati a ben altre folle!) e le emozioni che riescono a far provare durante un loro live sono qualcosa di unico, non definibile e non restringibile in semplici parole… sono decisamente da provare, quindi non resta che aspettare il prossimo tour europeo e presenziare al loro prossimo live!
(Chiara Colasanti)