Il passo veloce del riff di “Io ti riavrò” definisce quasi totalmente la questione. I The Bankrobber sono un ramo appena fiorito sullo sterminato albero del rock alternativo targato Italia e stanno sviluppando il discorso verso la stessa direzione che è stata un po’ la rampa di lancio di gente come i The Zen Circus, senza, tuttavia, quella macabra irriverenza o con una meglio celata ambiguità. Non c’è la preminenza dei caratteri punk, ma la scelta di distorcere una chitarra sul vintage, quasi hard-rock nel bel mezzo di un minimal ritmico che poco spazio lascia alle percussioni e alle linee del basso è felice e farà contenti tutti quelli che hanno trovato aria pura nella “nuova” concezione compositiva dell’underground nostrano.
L’eccellente collaborazione con Enrico Ruggeri in “Moviola” è la giusta sottolineatura del rovescio, quasi elettronico nelle strutture, della medaglia, sempre ben guidato dalla chitarra sporca di Lorenza Piccinelli che supporta bene i cori e crea un giusto mix con l’autore di Mistero. È il riconoscimento che non ruba nulla agli altri brani del lavoro e che non sottostima il successivo “Il mio giardino” che in aria di marcetta ben si amalgama con l’entrata di un, inizialmente timido, organo. L’iniziale taglio quasi punk del lavoro viene messo da parte per modulare un rock’n’roll all’inglese, come altrimenti non può essere, in “British” che apre la strada alla “eigthies” “Invisible people” che, senza nulla togliere agli altri quattro brani, ha tutta l’aria e le potenzialità per divenire un “cult” da colonna sonora grazie alle efficienti ritmiche del basso di Andrea Villani nei primi ipnotici secondi del brano. Lo studio sul lavoro dei The Bankrobber è un’efficace enciclopedia su differenti periodi storici e stili musicali che hanno fatto la fortuna di tantissimi grandi gruppi d’oltremanica e che riportato, in questa maniera, nell’austero stivale non possono che stimolare la curiosità e i doverosi riconoscimenti verso questi ragazzi dalle prospettive promettenti. Saper manovrare ed elaborare una commistione di stili come riesce a loro è un passo gigante da esperti che di per se vale più di una manciata di dischi d’oro. Esemplare rarità!
(Lorenzo Tagliaferri)