Primordiale è il primo aggettivo che ho associato (quasi d’istinto) al termine dell’ascolto di questo EP, quasi fosse una violenta ed improvvisa scarica di adrenalina incanalata nella stupenda voce di Katla Hausmann e nel non meno significativo contributo dei restanti membri della band: Alessandro Rubin (chitarra), Kaio Karras (batteria), Julian Nardi (basso). D’altra parte il nome della band, Luna Infea appunto, non può non far pensare alla Luna, al suo status di simbolo primitivo, simile ad un totem per l’uomo, misterioso ed inviolabile.
Forse sarebbe più corretto specificare che ad essere primordiali siano le sensazioni suscitate, mentre il lavoro in questione può difficilmente definirsi tale per l’estrema attenzione e cura che la band ha dedicato ad esso, quasi fosse un romanzo romantico: sensazioni primordiali vs lavoro artificiale.
L’ EP si apre con la traccia forse più potente in assoluto, “Storytellers”, che potrebbe tradire l’ascoltatore con la sua durezza, facendogli pensare all’ennesimo gruppo che urla la sua rabbia in modo stucchevole e ripetitivo. Per fortuna di tutt’altra pasta si compone questo lavoro: c’è una sorta di eleganza anche negli episodi più duri e magistralmente essi riescono a convivere e “duettare” con le partiture più classiche, più orecchiabili e melodiche. Segue “In the cage” dove la voce della Hausmann, che a tratti ricorda quella della chanteuse islandese Björk (non a caso le origini islandesi sono comuni), riscalda i cuori con la sua freddezza, quasi cinica, irraggiungibile e bellissima. L’ossimoro è una costante del lavoro: le emozioni più intime scaturiscono proprio dai momenti che superficialmente potremmo definire più distanti e duri. La musica, con le chitarre nervose e pungolanti, e il suono “scomposto” della batteria, costituisce il corredo ideale al tutto. La potente e psichedelica “Letter to hell“ segna il giro di boa dell’EP: un vortice musicale, un vero e proprio tour-de-force che mette a dura prova la sanità mentale dell’ascoltatore. “It has arrived” funge da ponte collegando la prima parte del lavoro, più dura e potente, con la traccia forse più significativa: “Winter ’85”. In effetti i toni si addolciscono, la voce è angelica, le armonie prevalgono anche se non viene meno il marchio graffiante che caratterizza la band. L’EP si chiude con la catartica “Vanishing” che ha il difficile compito di rendere impaziente l’ascoltatore nell’attesa del passo successivo a questo primo e parziale affresco della Luna.
Lunainfea è un lavoro che si potrebbe definire tranquillamente anticonvenzionale, di ottima fattura, mai banale e scontato, un lavoro che si lascia ascoltare più volte senza alcuna noia. Certo, è innegabile che buona parte della forza del gruppo risieda nella voce della Hausmann, ma non sfigura affatto l’aspetto più propriamente musicale, anzi, riesce proprio nel compito di valorizzare nel modo più autentico e semplice la splendida sezione vocale. Si può auspicare ed attendere fiduciosamente un percorso musicale che continui verso questa direzione, che approfondisca i misteri e la bellezza immutabile della Luna e che la renda più vicina a noi.
(Antonello Calcagni)
Myspace – Scarica gratis la compilation contenente il brano “Winter ’85”.
Storytellers
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Winter ’85
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Letter to Hell
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