Specchi per allodole è un interessante album di ballad e canzoni puramente rock ben cesellato intorno alla voce espressiva di Sara Santoni che attraversa molti stati d’animo e sonorità differenti: ora è grintosa e decisa fino ad arrivare ad essere più dolce e suadente.
L’album si apre con “Epidemia” e le chitarre fendono l’aria ricordando un certo rock underground di metà anni 90 mentre la voce ammaliante ed intensa canta di un amore sbagliato “non ci sei più per me/ impazzirò per te/ nuda e semplice, chiara e polvere”.
“Glicine” è lo sfogo rabbioso di una donna verso il suo compagno: “E tu che mi dici che sono distratta/ che sono troppo frivola/ che esco sempre con gli amici” dove il tappeto di chitarre si accorda bene con la voce della Santoni delicata, graffiante e sporca quando urla alla fine della canzone “non ti sopporto più”.
Si prosegue con “Come d’incanto” un vero inno alla vita di campagna, al sapersi godere le piccole cose che essa ci offre. “Al di là del mare” è introdotta dalle note del pianoforte che insieme ai toni delicati regalati dalle parti vocali racconta di questa sorta di Penelope moderna: del desiderio di ricongiungersi con il suo uomo, prendendo la via del mare “Nicola mi brucio l’anima, ti aspetto ogni sera/ portami con te al di là del mare”.
“La mia estate” chiude simbolicamente l’album ed è dedicata alle attuali donne, al loro bagaglio di sogni speranze e forze, affievolito dalla loro crescita ma non per questo necessariamente perso.
” Anche se molto disillusa/ non diresti mai che è una donna che si è arresa”.
Putroppo, in Italia, sono ben pochi i gruppi rock capitanati da donne: Specchi per allodole ed i Lunaria colmano in questo senso quest’assenza regalandoci 12 canzoni ben suonate e cantante da una stupenda voce che si fa ricordare.
(Giorgia Furfaro)