“Bondage”: il disco parte bene. Per una band che prende il nome da un film sul sadomasochismo (“Secretary” di Steven Shainberg), questa direi che è la prassi. Arpeggio ossessivo, voce calda e ipnotica, distorsioni e sezione ritmica che crescono fino all’esplosione noise. Le ragazze ci sanno decisamente fare, lo si capisce già dopo i primi tre minuti. Dentro c’è un po’ tutto il miglior cantautorato alt rock femminile. Quello anni ’90 di un’incazzata PJ Harvey, ma anche la vena psichedelica di certi brani dei Mazzy Star, il noise dei My Bloody Valentine, per risalire poi la sorgente e arrivare a sfiorare le labbra di Patty Smith e Nico.
Il duo casertano delle Secretaries, composto da Valentina Zona (vocals, keyboards, effect) e Giusy Pascarella ( guitar, effects, back vocals), nasce nel 2005 in veste acustica, virando poi, dopo diversi cambi di formazione, verso un suono più elaborato (grazie anche alla collaborazione di Dopa), come rivela questo EP del 2010: Before the A, composto da cinque pezzi e mezzo (il “mezzo” è una ghost track chitarra-voce dall’attitudine decisamente punk).
Ma torniamo alle canzoni. Dopo l’apertura dell’ottima “Bondage”, si continua con l’altrettanto bella “Dead Punk Walking”, sorretta da un lieve arpeggio di piano e una chitarra ritmica, mentre tra le vene del pezzo si insinuano atmosfere dissonanti che colorano magistralmente un brano, come i due seguenti, privo di batteria. Le successive “Hush me up” e “Heart and soul” mettono in luce il lato più oscuro delle segretarie, fra overdrive, voci riverberate, suoni viscerali, senza mai nascondere lo spiccato lato melodico del duo, capace di conservare quelle radici minimaliste sempre in grado di mantenere sapientemente a galla lo scheletro della canzone, al di là degli effetti. A chiudere l’EP arriva poi il momento più intenso dell’intero lavoro: “Lost”. Un arpeggio malinconico intorno al quale si avvolge come una spirale di fumo la voce ammaliante e oscura di Valentina (qui sì, davvero vicina alla Hope Sandoval di “So tonight that I might see”), mentre l’incedere distorto della batteria e poche note di piano creano un’atmosfera inquietantemente sospesa fino al climax finale.
Un mini-album decisamente convincente questo “Before the A”, ottimamente composto e arrangiato, con un eccellente lavoro di produzione a valorizzare il tutto. La tracklist si mantiene su alti livelli dall’inizio alla fine, senza i frequenti cali d’ispirazione che spesso macchiano gli EP, rivelando la precisa messa a fuoco di questo affascinante duo. Ecco come fanno le segretarie senza occhiali a mandare affanculo gli avvocati.
(Federico Anelli)
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