Già dai primi istanti di “Around me” (soprattutto nel sostegno del basso di Giulio Sprocati) si può intuire quanto sia efficace il lavoro della sezione ritmica dei Soyuz. Niente di particolare o da celebrare, ma un semplicissimo, grande equilibrio nel lavorio del basso e della batteria. Di solito, un feeling particolare tra questi due strumenti rappresenta, da solo, la metà di un lavoro ben fatto e lo spazio che essi si prendono e si meritano è un riconoscimento e un’intuizione da grande guru discografico.
I Soyuz, penetratori spaziali, in un buio silenzioso, rompono il muro del suono direttamente dal veneto e con un’intelligente combinazione di tonalità simil-punk e semplice pop-rock e sono forse il prodotto anomalo più all’avanguardia per una nazione come la nostra, nella quale non è mai stato facile trovare e ascoltare brani al limite dell’AOR (dal punto di vista squisitamente sonoro) come “Strong” e la più melodica “Drop me”. Il loro è, tuttavia, un discorso variegato e meno claustrofobico di quanto si possa credere e in quest’ottica vanno letti brani come “First to last” o “Relief”, che nella pura coordinazione di sonorità punk o rock un po’ acido marcano il segno di quasi tutto il disco. Volendo cercare un paragone (odiosi e quasi mai azzeccati) mi viene da pensare ai primi lavori di Andrew W.K. in salsa quasi nu-metal, anche se privi di particolari fronzoli elettronici. È un rock all-american sputato e ripulito da un terzetto di vicentini vivaci e tenuto fermo dalla lamellare e Bonjoviana voce di Mauro Poli, tuttofare a “tuttologo” del gruppo, che si mette in mostra anche in qualità di arrangiatore con l’ispiratissimo e teso riff di “In the north”, preciso acuto e limpido inno. È una bellissima sorpresa riuscire a ritrovare un accento grunge nel motivo portante di “I said no” che precede la parabola conclusiva di “Avoid contact” che più di ogni altro brano mette in bella mostra le pestate efficaci di Marco Lo Giudice.
In una miscela davvero provocante e condita da una dose di rabbia controllata, la più pericolosa ed efficace, si spargono i lampi e le progressioni di facile ascolto e di energico carattere di questo terzetto di casa nostra, compatto e ben oliato negli ingranaggi, con passo sicuro, delineano un sound esperto e figlio del grande feeling tra i componenti del gruppo. Un richiamo ad una musicalità d’oltreoceano che strizza l’occhio alla melodia del rock senza sacrificarne la potenza e la cattiveria.
(Lorenzo Tagliaferri)
“Around me”
[soundcloud url=”http://soundcloud.com/black-nutria-promotion/01-around-me-maybe/s-doM08″]