I Sophie Lillienne sono un progetto nato nel 2006 per opera di VeZzO, musicista e cantante nonché mente della band. Dopo il primo omonimo EP e il successivo full-lenght intitolato The End Of All The Circles (scaricabile gratuitamente dal sito del gruppo), i Sophie Lillienne escono con un nuovo EP, Singe, anteprima dell’album Lies, Kisses and Redemption (in fase di registrazione, sarà prodotto dallo stesso VeZzO e da Tommaso Mantelli del Teatro Degli Orrori/Captain Mantell e avrà come ospite, al rhodes ed ai violini, uno dei più stimati musicisti italiani in circolazione, Nicola Manzan). Ma passiamo all’EP.
Se la sua funzione doveva essere quella di darci un assaggio del nuovo lavoro e metterci la proverbiale acquolina in bocca, direi che c’è riuscito perfettamente. I Sophie Lillienne sanno miscelare con disinvoltura i suoni dell’elettronica più attuale con effetti sintetici di stampo eighties, giungendo ad esplorare con ottimi risultati anche sonorità molto vicine al post-rock. L’EP si apre col brano da cui prende il titolo, “Singe”, e che sarà contenuto anche nell’LP in arrivo. Presentato in due versioni, inglese ed italiano, il pezzo mostra il lato più “duro” della band, pur rivelando un’ottima capacità melodica in fase compositiva, che spiega la scelta di questa traccia come singolo di lancio. Spiace dirlo (specialmente a me, che sono un estremo sostenitore dell’uso dell’italiano), ma la versione inglese appare di gran lunga superiore, sicuramente anche per i riferimenti fortemente internazionali del progetto. Come spesso accade negli EP, la title-track non risulta in realtà il pezzo migliore del lotto né, in tal caso, quello più “commerciale”. La successiva “Human Nature” infatti, trascinante elettro-rock che ricorda i Muse nella strofa, virando poi verso un synth pop fortemente anni’80, non sfigurerebbe affatto nel nuovo disco degli Hurts (anzi, lo migliorerebbe decisamente). “Time” si mantiene ancora sulle sonorità del precedente, con un riff di synth a metà tra New Order e Soft Cell e con qualche eco di Motel Connection, ma si rivela meno convincente (anzi, la definirei la traccia meno convincente dell’intero EP). Il quinto brano, “XXX” (così come “Time”), è un inedito che sarà contenuto solo in questo EP. Un vero peccato. Il pezzo rappresenta infatti la vetta compositiva dell’intero lavoro, una piccola gemma. Qui il sound dei Sophie Lillienne si fa davvero importante, immergendosi in correnti di psichedelia che trascinano l’ascoltatore verso le eteree lande del post-rock, richiamando alla mente Bjork e, nello splendido finale, i Sigur Ròs. Sempre dai quieti ghiacciai dell’Islanda (o giù di lì) sembra provenire il malinconico brano che chiude l’EP, “Vivienne”, tra voci riverberate e leggere note di piano che si perdono in lontananza. Davvero un lavoro sorprendente questo nuovo EP dei Sophie Lillienne, capace di risultare inclassificabile pur mantenendo un’identità ben precisa. Ne vogliamo ancora…
(Federico Anelli)