Una perfetta fusione tra funky, blues e jazz immersa in una solida struttura pop-rock, così suona Bruco la prima produzione ufficiale dei Med in Itali che segue il primo (convincente) EP autoprodotto: Soluzione (2008).La band torinese, Niccolò Maffei (chitarra e voce), Matteo Bessone (batteria), Milton Minervino (basso), Luca Zennaro (sax), sembra aver trovato un’alchimia quasi miracolosa che lega i protagonisti delle loro canzoni: chitarra (sempre rigorosamente acustica), basso e batteria che formano l’intelaiatura ritmica, ma soprattutto il suono caldo, elegante e mai fuori posto del sax di Luca Zennaro.
Al tutto si aggiunge la voce calda ed espressiva di Niccolò che risulta essere uno strumento aggiunto, mai pesante ed opprimente. Le 6 tracce che compongono il disco, pur rispettando sostanzialmente una certa organicità e coerenza, si distinguono per infinite sfaccettature sonore che rendono l’album un formidabile caleidoscopio di suoni ed emozioni.
Il primo brano del lavoro,”Intro-Se”, ci introduce immediatamente nell’atmosfera del disco: sax e batteria in primo piano in cui si innesta la splendida voce di Maffei, una costante del disco che tuttavia, pur nella sua complessiva organicità, mostra mille sfumature. “Soluzione al tempo” scorre con una freschezza invidiabile, tutta giocata sull’ intreccio di chitarra, voce e sax che sembrano rincorrersi a vicenda a cui si aggiunge il basso funky, soprattutto nella parte finale. Segue “Svanita Paura” che si completa perfettamente con la traccia precedente per lasciare presto spazio al brano forse più convincente dell’album: “Armonici” che parte in sordina per culminare con un vero e proprio “tour de force” ritmico in cui troneggiano i soli jazz della chitarra acustica, alternati col suono potente ed elegante del basso. Ancora il ritmo incalzante è il protagonista indiscusso della successiva “Senso”, una vera spirale di suoni che si completano (e rafforzano) a vicenda. La chitarra, oltre ai soli jazz, con i frequenti cambi di ritmo dialoga in modo naturale con batteria e basso, senza forzature che potrebbero appesantire il suono. La conclusiva “Centrale Elettrica” gioca invece sulle suggestioni provocate soprattutto dalla chitarra acustica e dal cantato caratterizzato da un testo evocativo ed incalzante.
Il disco si dimostra, quindi, quanto mai godibile, non eccedendo in nessun punto nella stravaganza e nella ricerca forzata di passaggi ad effetto: il tutto fluisce in modo naturale e fresco. L’ eleganza e la ricercatezza non eccedono mai, anche nei testi appassionati ma mai snob, ed in questo aspetto forse è risultata essenziale l’ esperienza di Maffei e Bessone come artisti di strada in Irlanda. Il disco non può essere considerato un vero e proprio album per la brevità (6 tracce in tutto) si tratta piuttosto di un EP che tuttavia mostra in modo cristallino le grandi potenzialità della band e lascia intuire un interessante percorso di maturazione artistica, in attesa che il “Bruco” si trasformi definitivamente in farfalla.
(Antonello Calcagni)
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