Seconda serata dell’Estragon Summer Festival a Bologna e seconda serata da Live Report; Dopo la band italiana patrimonio dell’Unescu (Perturbazione) tocca ad un’artista passata, tra gli altri, dal “Buco” di Courtney Love alla Zucca lucida di Billy Corgan per approdare a due album di pregevole fattura; Signore e Signori (le prime attratte dal suo stile e dalla sua capigliatura, i secondi da tutto il resto) Melissa Auf Der Maur o come preferisce farsi chiamare lei MADM.
Arriviamo con un leggero ritardo e dentro si sente già suonare, sono i Tape the Radio, trio anglosassone di belle canzoni e speranze. Tirati il giusto e, anche se non li ho mai ascoltati, ho riconosciuto quasi subito (ma ci saresti riuscito pure tu) il suono british della chitarra. Cercherò di informarmi sulle sorti della band e magari pubblicare qualcosa. Ma io sono qui per parlare della Rossa canadese (e non mi riferisco ad una birra doppio malto prodotta a Montreal) che ha incantato i palchi di mezzo mondo, la quale prima di apparire sul palco farà passare 28 minuti nei quali verrà proiettato il cortometraggio (abbinato ad una delle varie versioni dell’album, nonchè selezionato allo scorso Sundance Festival) che la vede protagonista; Melissa è rimasta folgorata dalla pellicola “Severed Ways” di Tony Stone che in qualche modo omaggia nel film. Le immagini scorrono in tre periodi storici differenti (Melissa accennerà più volte durante la serata al suo credere in universi paralleli, nello specifico prima di eseguire “Out Of Our Minds” e “1000 Years”) ma accomunati da due cose: Una foresta ed il sangue. Nella prima avvengono contemporaneamente, ma in epoche differenti, fatti in cui il secondo elemento è al centro di tutto . Una donna vittima/carnefice di un incidente mortale; una strega guarisce un guerriero dopo una sanguinosa lotta; boscaioli indifferenti alla sofferenza della Natura. Gli uni strettamente collegati agli altri e tutto collegato dalla colonna sonora come unico dialogo con le immagini. Finisce il cortometraggio proprio quando avevo voglia di popcorn e inizia l’altro spettacolo, quello per cui siamo tutti quì, con il solito caldo a mordere le caviglie, lo spettacolo della musica.
La band sale sul palco e Melissa, nerovestita e accessoriata con un cordoncino rosso a mò di “Capitano della Truppa Sonica Canadese” in bella vista sulla spalla e pandant con la chioma rossofuoco, prende subito le redini della serata. A guardarla, forse dovrei dire ammirarla, sembra uscita da uno strano incrocio tra una modella di un quadro Art Noveau ed una moderna Pin Up. Tutti i brani, soprattutto quelli del primo album, hanno un’aura molto più scura rispetto alle registarazioni gemelle su disco. Si nota fin da subito la sua dimestichezza con il palco e con lo strumento. I pezzi volano via l’uno dietro l’altro, passato e presente si fondono in un unico grande suono; “Real a Lie”, “isis Speak”, “Taste You”, il singolone “Out of Our World”,“Meet me on the Darkside” e la canzone manifesto di MADM (“Followed the Waves”) trasudano rock nero pece sulla pelle argento lucido del pubblico sbavante. La tensione dell’esibizione verrà poi dissolta ogni volta dal sorriso carismatico di Melissa e dalla sua voglia di conversare e stabilire un contatto con il pubblico, difatti tiene a farci sapere che l’imperturbabile Christopher Sorensen (il chitarrista alla sua sinistra) è in “Honey Moon” con Mary (la ragazza al banchetto del merchandising), e quì un colorito “Che Culo” è scappato in coro a molti, vista la situazione vagamente surreale. La band avrà soltanto due brevi tregue, dove le sonorità più aggressive lasciano posto a momenti più tranquilli; La prima tregua arriva a metà esibizione, con una bluesy “Overpower Thee”, mentre la seconda a fine concerto con due cover di lusso; L’intima “Bang Bang” di Sonny Bono ed una cadenzatissima “Paranoid”, dedicata a Pete Steele, suonata in modalità “doom” proprio come la suonò il defunto bassista insieme ai suoi Type o Negative.
Nessun bis viene concesso dalla rossa rocker ma un unico intenso a perdi fiato set che ci lascia sudati e con una promessa; Tornerà in Italia a Novembre, quando farà più freddo e le sua mancanza diventerà un vuoto da riempire con il profumo delle sue canzoni e dal desiderio di rivedere il suo basso erotico.
(Antonio Capone)
Foto: Anna Blosi