Dr.Panico, dopo il primo “Il piacersi” esce con questo “La classica scena in cui moriamo” per ricordarci che a volte nella musica va privilegiato il messaggio più che il suono che ce le trasmette. Filippo De Lisa, lucano trapiantato a Roma, fa tutto da solo. Mischia un’elettronica minimalista grezza e praticamente non mixata a chitarre acustiche da cantastorie.
Lo si potrebbe appunto vedere come una parodia dissacrante dei riempi piazze Dente o de Le Luci di Vasco Brondi con versi come “mi piacciono le donne che puzzano di pesce”; cantati straziati, con una costante ironia di fondo e con una nenia che si rincorre un po’ in tutti i pezzi, che mischiata con la sopracitata drum machine così essenziale fa intravedere come sfondo quello dei Cccp, anche come approccio alla musica come provocazione, se vogliamo. Il disco è appunto volutamente poco curato nella forma, il che rende quasi fastidioso l’ascolto dello stesso per intero, ma lo rende incredibilmente nuovo e fresco, e ci costringe ad ascoltare ogni singola rima che, nonostante per la maggior parte delle volte ci faccia sorridere, riesce a raggiungere punti di indiscussa profondità, lasciandoci con un gusto agrodolce. In conclusione questo lavoro è forse troppo punk nel senso “basta l’attitudine”, ma è un disco un attimo fuori dagli schemi, e ce n’era bisogno (? n.d.r.)!
(Alberto Tesssariol)