Sono lontani i tempi in cui l’immagine di Tying Tiffany veniva inevitabilmente legata ai suoi trascorsi nelle Suicide Girls. Ora, con due dischi electroclash alle spalle, Tiffany evolve nel proprio percorso musicale con sonorità più vicine ai suoni cupi e tormentati degli anni 80, con l’album Peoples Temple , tuttavia si continua a ballare e sudare.
Tra improbabili “factory”, suicidi di massa ed influenze musicali, con lei (via mail) c’è Stakanovista Rock.
Tutto incominciò, quasi per gioco, nel 2005 con la tua iscrizione al portale Suicide Girls, adesso ti ritroviamo (più bella che mai…hai fatto un patto con il diavolo? ) al terzo album – “Peoples Temple”, come è cambiata/maturata Tying Tiffany?
Ti ringrazio per il complimento. Perchè no… non sarebbe male un incontro con il Diavolo, non è poi così sgradevole come vogliono farci credere e probabilmente è anche un ottimo interlocutore. (sorride)
Dal 2005, come posso non essere maturata, sono avvenute tante cose ed ogni esperienza fatta è una risorsa in più sulla quale costruire la propria crescita.
Peoples Temple è un album assolutamente dark e scuro, che riprende diverse sonorità degli anni 80, quali sono state le tue influenze? Ascoltandolo mi viene in mente anche Ellen Allien, sbaglio?
La conosci o ti ispiri al suo lavoro di Dj/producer?
Non ho mai ascoltato un suo disco, la stimo come DJ/producer, ma è decisamente lontana dai miei ascolti e riferimenti. Le mie radici musicali sono da sempre malinconiche, scure o devianti, Killing Joke, Xmal Deutschland, Throbbing Gristle, Joy Division, D.A.F, Black Lung, Dead Can Dance, Current 93, Erik Satie, ma anche Television, DEVO, Suicide, sono stati e sono ancora, artisti che mi hanno emozionato e ispirato al tempo stesso.
Come è stato collaborare con Fè e Costanza Francavilla?
Molto stimolante. Penso sia fondamentale, per una crescita personale, confrontarsi con altri artisti.
Costanza è un’artista totale, eclettica e creativa, è riuscita a costruirsi un’identità musicale, solida e prestigiosa, lontana dal nostro paese e per una donna, per di più italiana, non è assolutamente facile imporsi in una città cosmopolita come New York. E’ stato un vero piacere collaborare con lei. Fè è un personaggio alquanto bizzarro ed originale, mi ha stregato con la sua personalità ambigua e conturbante.
Perchè riprendere come “concept” la strage della setta di Jim Jones: qual’è il tuo messaggio e a chi è rivolto?
Sono passati più di 30 anni dalla strage che vide Jim Jones protagonista, ma lo spirito di autodistruzione e il fanatismo, sono più che mai presenti oggi. Stiamo vivendo in un periodo oscuro, e , in Peoples Temple, ho voluto raccontare i risvolti psicolgici, che derivano dalla limitazione della libertà individuale a vari livelli.
È fastidioso ricordare eventi così drammatici, ma credo che non dovremmo mai dimenticare di cosa siamo capaci e analizzare il perchè a volte si decida di fare determinate scelte.
Che cos’è per te la cultura o controcultura oggi? Esiste ancora una cultura di massa (pop) o siamo destinati a rinchiuderci in sotto-borghi urbani per ossigenare le nostre menti e i nostri cuori?
Oggi la cultura è fortemente condizionata dalle scelte di una lobby che decide cosa è giusto o meno. Per quanto riguarda la controcultura, non esiste un vero e proprio antagonismo socio-culturale, come è stato ad esempio per alcuni dei movimenti passati (’68, hippy, punk) e la politica stessa non riesce più a coinvolgere e risvegliare le coscienze. Rabbia, tristezza, amarezza rimangono confinate alla sfera emotiva individuale, sicure all’interno dei propri confini, con la paura costante degli altri e del futuro.
Decorre in questi giorni l’anniversario della morte di Ian Curtis, devi personalmente e musicalmente qualcosa a questo artista?
Sicuramente! Ian Curtis, ha definito e creato un percorso breve ma significativo dal quale in molti hanno attinto sucessivamente, è stata una delle ultime icone generazionali.
A livello musicale quest’anno abbiamo assistito a diverse reunion, dalle Hole ai Pavement, cosa ne pensi? C’è ancora spazio per la sperimentazione e le nuove menti?
Libertà di espressione prima di tutto, quindi ben vengano reunion tanto quanto nuovi progetti e sperimentazioni. Gli spazi per proporsi sono sempre meno, ma , fortunatamente, c’è sempre un grosso fermento artistico.
In Italia , ormai, sembriamo povere vittime sacrificali di Talent shows e media mainstream, anche nel settore indipendente. Cosa ne pensi del nostro mercato? Ci manca forse quella voglia di imparare, esplorare, investire su nuovi artisti che troviamo, per esempio, in Nord Europa?
Questo paese ha perso il concetto di rinascita culturale nella musica, tutto si limita a soddifare “l’utente medio” che si nutre di prodotti usa e getta. La responsabilità è sopratuuto degli addetti ai lavori che non sollecitano scelte di qualità, ma si muovono principalmente secondo regole di bilancio. La musica in Italia è considerata e tassata bene di “lusso” e questo la dice lunga sul valore culturale che i politici le attribuiscono. L’underground e la ricerca individuale sono le uniche strade rimaste, aspetto paziente il definitivo tracollo di questo sistema.
Quello che mi è sempre affascinato del tuo progetto è che non ti fermi alla musica, hai un’immagine ben curata e che, senza dubbio, attira e fa parte del tuo personaggio: quanto è stata importante quest’ultima per il tuo percorso musicale?
La musica fortunatamente, è sempre stata supportata da più immaginari, perchè l’arte non ha una direzione unica ma si può sviluppare attraverso più linguaggi. Sono una attenta osservatrice e mi piace curare ogni dettaglio; del resto anche chi crede di non utilizzare la propria immagine, inevitabilmente lo fà, perchè anche il non avere una identità definita costituisce in qualche modo uno stereotipo culturale.
Registi, fotografi si sono ispirati a te per creare fumetti/video arte, quindi mi chiedo se stiamo tornando a un concetto di “factory” alla Andy Warhol: tu come ti vedresti in una virtuale “factory”?
Sarebbe il mio sogno aggregare un collettivo di artisti e amici in un unico spazio creativo per unire le forze in visioni multimediali. Come spiegavo precedentemente, per me è fondamentale la condivisione di esperienze diverse , come presupposto imprescindibile per la crescita personale, artistica e spirituale.
So che non hai molta memoria e che in genere non ti piace parlare dei progetti passati/futuri, quindi ti chiedo: hai progetti presenti imminenti? Tour?
Sto lavorando ad un EP che conterrà, remix di Peoples Temple insieme ad alcune tracce e collaborazioni inedite.
Per quanto riguarda il tour, sono partita con le prime date in Italia e in autunno in Europa.
(vedi Agenda Concerti)
In chiusura, che brano non può mancare nel tuo Ipod o nella tua playlist personale?
Ringraziandoti per la disponibilità e cortesia, spero di incontrarti presto, magari ad un tuo live!
Un brano solo??? Impossibile… posso riferirti quello che sto ascoltando in questo preciso istante: Zombelle “Go to her”.
foto: www.tyingtiffany.com