A volte si ha bisogno di riassaporare quella “irruenza” adolescenziale semplice e genuina, diretta e senza filtri e questo nuovo ep dei Grenouille suona proprio come un comunicativo “vaffanculo”. Marco Bugatti (chitarra e voce) Giuseppe Magnelli (chitarra e backing vocals) Davide Borin (basso) e Andrea Caristo (batteria) seguono le tracce lasciate da Afterhours,Verdena e Tre allegri ragazzi morti, gruppi che hanno dato tanto alla scena rock italiana e questo fà dei Grenouille una band che forse non ha ancora trovato la sua vera identità ma i buoni propositi ci sono e quindi direi che possiamo andare a scoprire cosa ci riservano questi quattro milanesi.
“In Italia non si può fare la rivoluzione” è la title track, una lettera aperta al nostro paese che oggi risulta più paralizzato che mai tra bigottismo e preconcetti; un pezzo post-grunge ma votato al pop per la sua immediatezza. Rispetto al precedente lp “Saltando dentro al fuoco” , caratterizzato più che altro da influenze grunge, questo nuovo disco spazia su più territori dando segno di una crescita artistica come “Il porno è la democrazia , una ruvida e intima ballad che ricorda un pò il Manuel Agnelli di “Hai paura del buio?”. Il punto più alto lo si tocca con “Diluiscimi nel sangue”, una canzone d’amore al sapore di arsenico sostenuta da chitarre monolitiche che appesantiscono come piombo le parole di Marco. Si conclude con una cover dei Pan Del Diavolo, “I fiori” , resa forse ancor più bella dai Grenouille i quali sono riusciti a ricoprirla di un “mantello malinconico” e chitarre acustiche.
Probabilmente l’ep è da considerare come fase transitoria, “un banco di prova” per la futura evoluzione della band che fa ben sperare con questo lavoro ben fatto; quindi direi di prendere “In Italia non si può fare la rivoluzione” con i suoi pregi e difetti in attesa del nuovo album.
P.S. La musica è uno di quei pochi mezzi di comunicazione con cui vale la pena di cercare di cambiare le cose in Italia.
(Andrea Tamburini)