A pochi mesi di distanza dalla prima raccolta di singoli della loro carriera uscita nell’autunno dello scorso anno, il duo britannico torna con il quinto album di inediti, il primo per l’etichetta indipendente Coocking Vynil. Fin dal primo singolo “Sea Change” si intuisce che questo nuovo lavoro è caratterizzato da un ritorno alle origini. Appesa momentaneamente la chitarra elettrica al chiodo, Olly e Gale tornano a produrre raffinati intrecci acustici e melodie sognanti, marchio di fabbrica del suono Turin Brakes fin dallo splendido esordio “The Optmist LP”. Il tutto viene ulteriormente impreziosito dall’inserimento degli archi come nel singolo o nella struggente “The Invitation”, ma non manca il tentativo di sperimentare nuove vie, l’onirica e sfuggevole “Apocolips”, uno dei brani migliori dell’intero disco. “Outbursts” si dimostra un lavoro compatto e omogeneo che scorre piacevole senza presentare cadute di stile e trovando nel pop-rock di “Radio Silence”, nell’ intensa malinconia di “Rocket Song” e nella già citata “Apocolips” i picchi più alti.
L’unico difetto potrebbe essere la leggera monotonia che a tratti si percepisce nell’ascolto ma i Turin Brakes sono questi, pionieri di quel new acoustic movement che aveva fatto diversi proseliti in Gran Bretagna all’inizio del decennio, inventori di nulla ma fini cesellatori di melodie perfette che in questo caso ci riportano indietro nel tempo e non fanno rimpiangere la seppur ottima svolta rock del precedente “Dark On Fire”.
(Paolo Cabutto)
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