Se dovessi andare ad un concerto dei WOW, vorrei che tutto fosse filtrato da una laconica luce in bianco e nero, come quando si andava al cinematografo per assistere ad un film, con immagini non sempre a fuoco ma con tutta la semplice poesia che quelle stesse immagini riuscivano a trasmettere. Esteticamente la musica del trio richiama ad un passato rock mai dimenticato, il quale di volta in volta viene apertamente citato dalle chitarre e da certe ritmiche dal sapore “sixty”. Le danze partono con “Johnny” e già si capisce di che pasta sono fatti ragazzi. Non scherzano in quanto a determinazione. Superfly, il cantante, in “The Shining Star”, intona un incipit da moderno crooner, mentre il basso di Charlie pulsa fino a quando il brano non prende velocità e si riposiziona di nuovo in coda per accompagnare il termine della notte. Strascichi di Madrugada, The Racounters e The Last Shadow Puppets sembrano affiorare dalle sonorità dei WOW; dei primi due l’attitudine sanguigna mentre dei terzi la ricerca della melodia dal retrò-gusto poco moderno, senza l’onnipresente elettronica che oggigiorno intasa i palchi di tantissime band.
Quattro brani, troppo pochi per riuscire ad apprezzare tutto il potenziale dei WOW. Un assaggio che non riesce a saziarci. E noi abbiamo fame, quindi ci accontentiamo di rimettere in repeat l’ep, fino all’uscita dell’album “Bite me Baby”.
(Antonio Capone)
La band mette a disposizione l’ep in modo gratuito, basta richiederlo a questa mail: wowrockstars@gmail.com)