Forse è stata la paternità di Brian Molko o l’arrivo del nuovo batterista Steve Forrest, sta di fatto che il nuovo album perde un pò del cupo fascino di cui i Placebo ci avevano abituati fino al precedente Meds.
Già dalla copertina si capisce che qualcosa è cambiato; c’è un eclissi, si intravede la luce dietro la luna scura che copre il sole, e proprio in quel modo la musica si fa spazio e cerca di prendere una posizione che non sia all’ombra dei precendenti lavori. Resta comunque un eco che riverbera il passato non troppo lontano; La canzone che dà il nome all’album ne è un esempio, mentre invece Julien parte quasi come un ibrido molto elettronico e sostenuto per poi mutare fino a diventare bello sostenuto verso la fine da chitarre nervose.
Forse è un disco di trasizione. Sperando che l’evoluzione non sfoci in qualcosa adatto per le “masse” abituate ad un certo tipo di sonorità.
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